Lo scorso week end si è svolta la fiera piace.eat a Piacenza expo, fiera agroalimentare con i prodotti tipici piacentini. In veste di blogger ovviamente sono andata a farmi un giretto con mio marito, svariati stand proponevano i mitici e insuperabili salumi piacentini: il salame, la pancetta e la coppa
-sì, la COPPA PIACENTINA, quella che non posso mangiare da svariati mesi e che ho fatto promettere a mio marito di portarmi assolutamente in ospedale appena avrò partorito Martina. Ovunque mi girassi c’era la coppa piacentina, quella bella dolce, quella non troppo salata e non troppo speziata per lasciarne esaltare il gusto in purezza, una roba sublime. Lei. Proprio lei. Ovunque. La regina indiscussa dei salumi piacentini dop. Ovunque. Che voglia. –
Tra i vari stand anche le piccole e grandi aziende artigianali del territorio, una torrefazione, una pasticceria che esponeva come prodotti le famose pesche all’alchermes, gelaterie, cioccolaterie e molto altro.
Grazie a Federcarni ha avuto luogo anche lo street food technology, una esposizione di veicoli commerciali – alcuni davvero molto belli e particolari- strumenti di cottura e packaging alimentari assolutamente fondamentali per lo street food.
Il tema fondamentale dell’evento è stato il legame tra alimentazione e salute, non a caso AILI -associazione italiana latto intolleranti – era presente al convengo insieme ad altri medici, nutrizionisti , gastroenterologi ed esperti del settore, per parlare insieme dell’importanza di una sana e corretta alimentazione.
Nelle varie sale si sono alternati anche workshop fotografici con fotografi e food blogger e cooking show con vari chef ed esperti, io ovviamente ho partecipato alla degustazione di cioccolato .
Tre tipi di cioccolato da assaggiare a scatola chiusa, senza saperne provenienza, percentuale di cacao ecc . Il primo era un fantastico fondente al 72% con le note di frutti di bosco , il retrogusto di mirtillo molto spiccato e con la leggera tendenza acidula. Il secondo era sempre un 72% , fondente, con le note che amo, tostato, caffè, quel gusto forte e deciso tipico del fondente che piace a me. Il terzo in una frazione di secondo ho capito che era quello un po’ scarsetto dell’uovo di Pasqua ed ho indovinato. Nessuna nota. Nessun retrogusto. Nessun sentore. Niente di niente. Solo slaciugo, sapeva solo di zucchero.
Insieme a questo cioccolato hanno fatto assaggiare anche il passito di una azienda vinicola della zona, mio marito che ama molto il vino ha gradito davvero, si è girato verso di me dicendo varie volte “mmmmm buono” e avere un complimento da lui è come scalare il K2 con le Havaianas , pressochè impossibile!