Ieri grazie all’evento “molini a porte aperte” di Italmopa sono stata in visita all’azienda Belotti, un molino a conduzione famigliare in provincia di Brescia, che si occupa della creazione di farine e nel loro forno, con annesso panificio a Provaglio di Iseo, di una ricca varietà di prodotti finiti. Le farine sono la base della cucina tradizionale italiana, da esse dipendono quasi tutte le qualità organolettiche del prodotto finito, che sia la pizza, il pane, la pasta o i semplici dolci da forno. Per ogni tipo di lavorazione la farina deve soddisfare determinati valori, come l’elasticità, la resistenza, la forza, la capacità di assorbire liquidi, la stabilità ecc. Il punto di forza dell’azienda è proprio la capacità di adattare le farine prodotte alla richiesta del cliente in base al tipo di lavorazione e alla strumentazione in uso.
Uno dei proprietari dell’azienda ci ha accompagnato durante la visita spiegando le varie tappe della produzione, dall’arrivo del grano, per poi passare all’aggiunta dell’acqua per fare in modo che mantenga un determinato valore di idratazione, le varie fasi di raffinazione in base alla granulometria che deve avere per i diversi tipi di lavorazione, fino ad arrivare al prodotto finito e quindi il packaging idoneo per la distribuzione ed il mantenimento delle qualità fino anche ad un anno dalla produzione.
Finito il giro produttivo siamo passati al laboratorio dove ci hanno mostrato la strumentazione che usano per le analisi di base , ovviamente non poteva mancare il mitico alveografo che mi ha fatto tanto ricordare una mia ex collega, Barbara, per cui ne andava pazza, con la sua bella e super scenica “bolla” che permette di analizzare tenacia, estensione e forza della farina. Finito in laboratorio ci hanno offerto un rinfresco, devo ammettere che ho mangiato una focaccia fenomenale, aveva un’alveolazione bellissima ed era fragrante e soffice al punto giusto, me la sarei mangiata tutta anche se mi sono limitata a solo 2 pezzetti.
Uno dei prodotti su cui puntano è questa pasta unica con ben 14 g di fibra, il doppio rispetto alle farine classiche e dal grande , grandissimo, pregio di aver un minor apporto sia di carboidrati complessi , amidi, che di zuccheri semplici. Diciamo un vero e proprio passo verso quello che chiamano il cibo del futuro, cioè carboidrati che inducono un picco glicemico inferiore e di conseguenza riducono il rischio di problemi cardio-vascolari .
Sono rimasta piacevolmente colpita dall’accoglienza, molto gentili e aperti a raccontarci come funziona il loro mondo. Una nota super positiva da una delle proprietarie che sapeva benissimo che il grana stagionato 60 mesi aveva solo lo 0,01% di lattosio, certo io non potrei mai osare mangiarlo di routine ma alcuni intolleranti ce la fanno senza problemi, quindi conosceva bene l’argomento intolleranza.